Riflessioni sul teatro
Raccontare è riscrivere. E rivivere.
Ci permette di fermare l’emozione di un incontro, di coltivare un istante, di fissare una sensazione.
Non è solo un’azione terapeutica, né uno sbrodolare di pensieri.
Può essere dialogo, connessione profonda con se stessi e con parti di noi accantonate o dimenticate.
La bellezza della verbalizzazione sta nel dare concretezza e dignità a ciò che viviamo. Ci aiuta ad andare a fondo, a conoscerci. A guardarci e a riascoltarci; perché la “parola detta” ha anche il grande potere di essere ascoltata mentre la si pronuncia.
Le parole sono tentativi, mai vani, di fissare pensieri e sensazioni. E, benché capiti di non sentirle all’altezza dell’esperienza vissuta, ci consentono ugualmente di tornare lì, in una qualche parte profonda di noi stessi, a scavare tra ricordi e conoscenza, immaginata o esperita, con cura e rispetto, nel tentativo di dare dignità a ciò che proviamo.
O pensiamo.
O desideriamo.
Ecco, allora, che il pensiero si tramuta in eloquio e le lettere in punteggiatura di emozioni.
Lara Bossi